Intelligenza artificiale: storia e applicazioni
L’A.I. rappresenta un futuro che è già qui: in rapidissima evoluzione, sta diventando sempre più presente e pervasiva. Cosa dobbiamo aspettarci?
L’intelligenza artificiale combina concetti appartenenti a discipline tradizionali come filosofia, matematica, psicologia, cibernetica e scienze cognitive.
Nonostante si tratti di qualcosa di relativamente recente, negli ultimi anni ha rivoluzionato il mondo dell’informatica e si è fatta strada nel nostro quotidiano in modo sempre più capillare.
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Intelligenza artificiale: cos’è e a cosa serve?
Contenuti
L’A.I. è il risultato di ricerche e tecnologie impiegate per dotare una macchina elettronica di facoltà sempre più simili a quelle che caratterizzano l’intelligenza umana.
Naturalmente, lo scopo attuale degli studi in materia non è tanto replicare il cervello umano e il suo funzionamento quanto emularne alcune funzioni con l’obiettivo di semplificare determinati processi e offrire nuove esperienze e opportunità agli utilizzatori.
Nonostante il modello di riferimento sia la mente umana, infatti, in molti casi l’A.I. riesce a fornire prestazioni “qualitativamente equivalenti e quantitativamente superiori a quelle umane” (Treccani), un po’ come accade quanto utilizziamo una calcolatrice per ottenere velocemente il risultato di un calcolo complesso.
Definizioni più specifiche dell’intelligenza artificiale sono basate sui processi di ragionamento utilizzati dall’A.I., i quali vengono confrontati con le facoltà umane o con un comportamento razionale ideale. Lo scopo di queste operazioni? Ottenere macchine capaci di “ragionare”, di rappresentare la conoscenza, di pianificare, di apprendere, di percepire e reagire a fenomeni esterni, di manipolare oggetti e molto altro.
Breve storia dell’intelligenza artificiale
Gli albori della ricerca di una primitiva A.I. possono essere collocati nel XXVII secolo, quando Willhelm Sickhart riesce a creare macchine capaci di effettuare calcoli matematici utilizzando numeri fino a sei cifre. Dopo di lui, personalità come Pascali, Leibniz e Babbage lavorano alla creazione di calcolatori sempre più complessi e raffinati, i primi antenati dei computer contemporanei.
L’interesse per l’intelligenza artificiale esplode nel corso del ‘900, quando Alan Turing posa le basi degli attuali discorsi su calcolabilità e computabilità con l’omonima Macchina di Turing.
Negli anni ’40, McCulloch e Pitts dimostrano che qualsiasi funzione computabile può essere rappresentata attraverso connettivi logici come “e” e “o”, che possono ricreare una semplice struttura neurale, che nella decade successiva verrà configurata sotto forma di rete (la SNARC di Minsky ed Edmonds).
Nel 1956, al Dartmouth College, alla presenza di alcune delle figure più eminenti del campo della computazione, McCarthy introduce l’espressione “intelligenza artificiale”, che segna i natali della disciplina.
La seconda parte del XX secolo vede il focus delle ricerche sull’intelligenza artificiale spostarsi da un ambito profondamente matematico allo sviluppo di un uso intensivo della conoscenza capace di estendere gli scenari applicativi dell’A.I. creando “esperti artificiali” specializzati in svariati campi di competenza.
Negli anni ’80 l’intelligenza artificiale inizia a essere sfruttata a fini commerciali, ad esempio nel settore della logistica, e da quel momento ha esteso il proprio dominio fino a comprendere territori come giochi, monitoraggio, robotica, tecnofinanza e domotica.
Intelligenza Artificiale oggi
Oggi le reti neurali che costituiscono l’A.I.vengono utilizzate in innumerevoli campi che spaziano dalla prevenzione di frodi alla diagnosi medica passando per sicurezza, movimentazione e domotica. La declinazione di intelligenza artificiale che forse ci risulta più familiare è quella che risponde a nomi come Siri o Alexa, dispositivi capaci di offrire un insostituibile servizio di assistenza quotidiana.
Attualmente, gli obiettivi principali dello sviluppo di intelligenze artificiali sempre più efficienti e raffinate possono essere rintracciati nella volontà di realizzare macchine autonome capaci di sostituirsi (parzialmente o totalmente) all’uomo nell’esecuzione di funzioni delegabili come quelle riguardanti lo svolgimento di attività pesanti o nocive per la salute o l’elaborazione di grandi volumi di dati.
Conclusioni
L’informatico americano Larry Tesler affermava che “A.I. è tutto ciò che non è stato ancora fatto”.
Gli sviluppi dell’intelligenza artificiale sono in continua espansione e si apprestano ad abbracciare settori di applicazione sempre più estesi e diversificati.
Prevedere quali necessità e desideri potranno essere soddisfatti attraverso l’A.I. nel giro di qualche anno è quasi impossibile – d’altra parte, chi avrebbe immaginato di poter interloquire quotidianamente con un’assistente vocale “intelligente” soltanto una manciata di anni fa?
Il territorio di pertinenza dell’intelligenza artificiale è una zona di frontiera che continua a espandersi intersecandosi con un numero sempre crescente di discipline.
I giochi sono più aperti che mai.