SAI COS’É UN MEME, MA NON CONOSCI LA MEMETICA?
Per molti di noi i meme sono diventati pane quotidiano: ci strappano una risata (e un Like) mentre siamo in fila o sui mezzi, li condividiamo con gli amici e li sfruttiamo per esprimere le nostre opinioni in modo semplice e immediato. Eppure, come spiegheremmo esattamente di cosa si tratta? E se oltre ai meme dovessimo spiegare la memetica? In questo articolo esploriamo le origini e i significato di questo termine misterioso per riflettere su quanto e come influenza il nostro modo di utilizzare internet (ma soprattutto i meme).
Cos’è un meme?
Contenuti
Da qualche tempo impazza in rete un video di Chaz Smith, un influencer e content creator californiano, che riproduce in modo implacabile e impietoso il modo in cui tante persone over- (non inseriremo un’età per non urtare la suscettibilità di nessuno) reagiscono ai meme. Potete godervelo cliccando qui.
Per spiegare all’ipotetico padre cos’è un meme, Chaz deve mettersi al livello dei non nativi digitali, ovvero di tutti coloro che non hanno (ancora) imparato a comprendere e padroneggiare correttamente tutti gli strumenti della comunicazione online. Per tratteggiare l’identità del meme lo descrive come “una battuta (…) un testo con un’immagine, come un fumetto”.
Eppure, l’uomo maturo non riesce proprio a decifrare il meme: guarda l’immagine, si interroga sulla paternità della grafica e della battuta e, soprattutto, non riesce a considerare il meme come una forma espressiva unica – vede il testo, vede l’immagine, eppure non riesce a cogliere il senso globale della cosa, e quindi a trovarla divertente.
Insomma, spiegare cos’è un meme a chi non ne ha la più pallida idea è difficile almeno quanto far capire alla nonna la differenza tra un copywriter e un poeta bohémien.
Secondo il Collins Dictionary, un meme è “qualcosa come un video, un’immagine o una frase che tante persone si inviano l’un l’altra attraverso Internet”. Per l’Oxford Learners’ Dictionary, è “un’immagine, un video, un brano testuale etc. che viene passato molto rapidamente da un utente Internet all’altro, spesso con piccoli cambiamenti che lo rendono umoristico”. La Treccani non resta indietro e ci spiega che “i memi (sic) digitali sono contenuti virali in grado di monopolizzare l’attenzione degli utenti sul web”.
Un meme sembra quindi avere le seguenti caratteristiche:
- replicabile e utilizzabile in contesti diversi per veicolare messaggi differenti
- ha una natura virale che gli consente di passare rapidamente da un utente all’altro
- può essere sciolto soltanto da chi è capace di interpretarlo nella sua globalità.
Eppure, deve esserci dell’altro. E se qualcosa ci sfugge, dovremmo concentrarci proprio sul passettino in avanti proposto dalla Treccani quando specifica che l’oggetto della sua descrizione sono i meme digitali.
Tu hai mai visto un meme non digitale? Probabilmente no – un motivo in più per passare al prossimo paragrafo.
Memetica Dawkins
Nel 1976 il biologo e divulgatore britannico Richard Dawkins pubblica un libro in cui teorizza l’esistenza di una “minima unità culturale” capace di replicarsi attraverso diversi cervelli umani. L’autore porta come esempio la moda, gli stereotipi, le filastrocche popolari, i pezzettini di canzone che canteremmo all’infinito o le barzellette.
Nel suo libro Dawkins, giustamente, attinge a piene mani dal proprio background etologico e si spinge in un’analisi delle “minime unità culturali” in termini biologici ed evolutivi.
Lasciando da parte questa discussione e consigliandone la lettura agli utenti più interessati al lato neodarwinista della trasmissione culturale, possiamo concentrarci sulla semplice teorizzazione di questa “minima unità culturale”: il meme.
Il meme, per Dawkins, è l’equivalente socioculturale del gene biologico: un’unità presente all’interno dell’individuo (nel suo cervello) pronta a moltiplicarsi e trasformarsi – un idea replicator, nelle parole dell’autore stesso.
Cos’è la memetica?
Passando dal meme digitale a quello “originario”, siamo finalmente approdati al parolone che probabilmente ti ha spinto a leggere l’articolo: la nostra cara memetica.
In questo caso, i dizionari non ci sono di grande aiuto: Hoepli si limita a marchiare la parola come termine pertinente alla biologia e a descriverla come “la disciplina specialistica che studia i meme” (un filino tautologico?). Per Garzanti è “la disciplina che studia i memi” e che deriva dall’inglese memetics. L’Oxford Dictionary ci rimbalza con un generico “vedi meme”, mentre il Collins ci viene un po’ più incontro descrivendo la memetica come “lo studio dei meme e della loro trasmissione”.
Quindi, l’interrogativo torna: cos’è la memetica? A livello accademico, la memetica può essere descritta come una protoscienza a vocazione interdisciplinare che studia i modelli evolutivi del trasferimento delle informazioni e delle conoscenze culturali basandosi sul concetto dawkinsoniano di meme. Potremmo quindi rispondere che la memetica è un approccio sistemico e socio-cognitivo dedicato all’analisi delle “eredità culturali” trasmesse da un popolo all’altro, o da una generazione all’altra, o ancora da un gruppo X di individui all’altro.
Memetica e meme digitali
Sottotitolo: che c’entrano?
A questo punto la risposta dovrebbe essere intuitiva: oggi la memetica può nuotare con soddisfazione estrema nell’infinito universo dei meme digitali, analizzandone la natura per comprendere come e perché un determinato oggetto culturale diventa una “minima unità culturale” pronta a rimbalzare da un dispositivo all’altro toccando migliaia e migliaia di utenti in pochissime ore.
Pensa all’ultimo meme che hai condiviso: cosa ti ha spinto a cliccare share?
Secondo Dawkins, i meme digitali sono un “dirottamento dell’idea originale”, con il concetto originario di meme da lui definito che è mutato fino a evolvere in questa nuova forma.
A difesa del meme digitale, dobbiamo però riconoscere che la sua tracciabilità (una caratteristica che i meme non digitali non sempre hanno, come ad esempio una barzelletta “classica”) ci consente di analizzarne origine, parabola ed eventuale scomparsa/quiescenza in modo assolutamente innovativo.
Meta-meme
Dopo tutto questo discorso non sembrerà strano sapere che esistono anche meme a proposito dei meme, praticamente dei “meta-meme” che fanno ironia sullo stesso medium che stanno utilizzando.
Riportiamo un mirabile esempio: l’intramontabile nonna!
In attesa di compilare una storia dei meme ben più esaustiva (stay tuned!) ti lasciamo in compagnia della memetica, che probabilmente continui a guardare con un po’ di diffidenza. E, se non dovesse bastare, prova a lanciare una ricerca sui meme riguardanti il povero Richard Dawkins – Internet nasconde più tesori di quanti ne immaginiamo.