Sonic Branding, dimmi chi sei e ti dirò come suoni

Quattro motivi per occuparsi della propria identità sonora
Contenuti
In meno di un secondo farle venire in mente il tuo profilo e rimanere tra i suoi pensieri il più a lungo possibile. Suscitarle emozioni immediate e durature, senza nemmeno proferire una parola ed essere così, diverso da chiunque altro, unico. No, non vi stiamo per dare dei consigli su come rendervi irresistibili per la vostra dolcissima metà o per una conquista estiva. Stiamo per parlarvi di sonic branding, ovvero di come rendere il vostro brand più attraente per le vostre personas con il supporto fondamentale della musica.
Perché è importante parlare di questo argomento? Semplice, perché funziona, è una “nuova” frontiera del marketing, perché il sound branding completa la vostra identità visiva e rafforza il potere dell’immagine aziendale, costruendo una vera e propria identità sonora. Se non ne siete convinti passiamo alle maniere forti, 4 argomenti con case history vi convinceranno di certo.
Music connecting people. Perché la musica ha un potere speciale.
Innanzitutto, la musica fa parte della nostra vita costantemente e si lega spesso a ricordi ed esperienze passate, creando un legame stretto con l’aspetto più propriamente emozionale. Il coinvolgimento emotivo rientra nel calderone del marketing esperienziale così come teorizzato dai teorici Schmitt, Gilmore o Pine che sostenevano come dietro al consumo di un prodotto ci sia la volontà di vivere un’esperienza. In questo senso, il legame tra la musica, le sensazioni che evoca e il prodotto vengono a rafforzarsi creando un’esperienza da vivere a tutto tondo. Una connessione profonda che si sviluppa in un tempo record, meno di un secondo. Per la precisione 0.146 millesimi di secondo è il tempo necessario ad uno stimolo sonoro per evocare una emozione. Se per un’immagine, il nostro cervello impiega più tempo per elaborarla, comprenderla e dunque provare un’emozione, il suono lavora nel nostro subconscio percorrendo velocemente le sinapsi cerebrali.
Il suono e la memoria. Da Windows a Intel passando per 20 Century Fox e Mc Donald.
Quando si lega un suono ad un brand si lavora su un legame che, in meno di un secondo crea una connessione e quella connessione è estremamente duratura. Indelebili nella nostra memoria sono ad esempio i suoni di avvio di Windows o di Apple, il motivetto di Intel e ancora quello che apre ogni film della 20 Century Fox o, più recentemente, il “knock – knock” di Netflix in apertura di House of Cards per esempio. Con il “Pa ra pa pa pa, I’m loving it” siamo subito dentro un Mc Donald seduti con l’ultimo burger tra le mani. Una connessione immediata e irremovibile dalla memoria.
Non è solo memoria. Il suono racconta, parla, veicola valori. Il caso Visa.
Ma l’accompagnare un brand ad un suono non è solo uno strumento mnemonico. Il suono racconta l’azienda, suscita emozioni utili a parlare al consumer.
Se il buon Brian Eno ci aveva messo un anno buono per i 3 secondi e un quarto del suono di avvio di Windows, chi ha studiato il suono della “transazione avvenuta” di Visa non ha avuto certo vita più semplice. In un tempo infimo estrapolare l’essenza di un brand e veicolare una serie di sensazioni che si vogliono connettere al brand stesso e comunicare al consumer. Gioco davvero non facile. Tanto che Visa ha impiegato per elaborare questo suono oltre un anno di lavoro, tanto di focus group, 3 agenzie, mesi di ricerca in 8 mercati diversi, ricerche neurologiche e chi più ne ha più ne metta. Il tutto per far sì che l’utente, a transazione avvenuta, attraverso quel suono potesse sentirsi energico, ottimista, sicuro, comodo, non “spiato”. Un suono rassicurante e positivo. Risultato? L’81% degli shopper si sente più al sicuro durante la transazione e la cosa differenzia Visa da ogni suo altro competitor.
Nel febbraio di quest’anno anche Mastercard ha lanciato la sua identità sonora.
Nel mondo globalizzato, nessuna barriera linguistica.
Il suono associato al brand poi realizza una magia importantissima nel mondo iperglobalizzato nel quale le nostre imprese si muovono: elimina le barriere linguistiche. Nessuna parola può più di un suono ben azzeccato che scala ogni babele linguistica e arriva a tutti.
E dunque, con il sonic branding è possibile differenziarsi, rimanere in mente, stimolare emozioni e sensazioni, evocare ricordi, parlare in maniera universale senza nemmeno dire una parola, raccontare di sé in meno di un secondo e in modo forte.
E il tuo brand come suona? Chiedici di più e iscriviti alla nostra newsletter… chissà che tra i prossimi corsi non vi sia lo spunto per dare un suono alla tua azienda.