CAPITALE INTELLETTUALE e imprese: gli asset intangibili
Oggi il successo delle aziende sembra più legato ai cosiddetti “asset intangibili” che alle risorse traducibili in termini finanziari. Ecco perché.
Il capitale intellettuale di un’azienda è legato a beni intangibili tanto preziosi quanto difficili da definire puntualmente. Concetti come le competenze delle risorse umane impiegate, le capacità di innovazione e sviluppo, la reputazione e la soddisfazione degli stakeholders non rientrano nei classici elementi considerati ai fini del bilancio, eppure rappresentano pilastri insostituibili e di innegabile importanza.
Cos’è il capitale intellettuale aziendale?
Contenuti
Con l’espressione “capitale intellettuale” si fa riferimento all’insieme di elementi interni a un’azienda che contribuiscono alla sua creazione di valore.
Generalmente, il concetto riunisce in sé tre categorie:
- Capitale umano
Si tratta dell’insieme di risorse che caratterizza la squadra che opera all’interno dell’azienda: conoscenze, competenze, soft skills e tutto quello che rende una persona (e quindi un gruppo) una vera e propria risorsa. - Capitale organizzativo
Il capitale organizzativo, chiamato anche capitale strutturale, è dato dal tipo e dal grado di cultura organizzativa adottata e comprende le procedure interne, lo stile di leadership, la logistica, i sistemi di comunicazione e le modalità di interazione generali. - Capitale relazionale
Il capitale relazionale è l’insieme di rapporti reciprocamente vantaggiosi costruiti con i vari stakeholders (partner, fornitori, clienti etc.). Come facilmente intuibile, questo tratto è determinante per l’immagine aziendale e la fidelizzazione degli utenti.
In sintesi, potremmo dire che il capitale intellettuale è l’insieme delle caratteristiche immateriali di un’azienda che le permettono di essere e restare competitiva anche rispetto ad altre organizzazioni che si trovano sul suo stesso piano economico-finanziario.
A parità di investimenti e tecnologie, infatti, a fare la differenza è proprio l’insieme di capitale umano, relazionale e organizzativo.
Come si misura il capitale intellettuale?
L’obiettivo principale di qualsiasi azienda è ottenere utili realizzando beni e offrendo servizi creati grazie alle proprie capacità. Alla luce di quanto anticipato nel paragrafo precedente, appare chiaro che la qualità del capitale intellettuale ha il potere di cambiare le sorti di un’azienda in positivo o in negativo.
Purtroppo, a dispetto della loro fondamentale importanza, gli asset intangibili non possono essere valutati impiegando i tradizionali strumenti di accounting, ovvero quelli normalmente sfoderati per analizzare lo stato di salute economico-finanziario di un’azienda.
Come si fa, quindi, a misurare il capitale intellettuale? Per farlo è necessario riuscire a mappare e valutare tutti gli elementi che lo compongono e individuare fino a che punto influenzano le performance dell’impresa. Il passaggio cardinale di questa operazione è lo sviluppo di un’analisi strategica che tenga conto di tutti i fattori immateriali che contribuiscono alla creazione di valore e alla determinazione dei fattori critici di successo, come lo stile di leadership, il livello di formazione delle risorse umane, la qualità delle relazioni con gli stakeholders e il modello organizzativo impiegato.
Per condurre questo tipo di ricerca, naturalmente, è necessario individuare gli indicatori più corretti per l’analisi in questione in modo da poterli successivamente confrontare con le dinamiche che contribuiscono alla performance globale, così da determinare l’impatto del capitale intellettuale sui risultati raggiunti.
Rendere visibili gli asset intangibili
Come fanno certe aziende a vantare un valore di borsa che eccede chiaramente il patrimonio netto di bilancio?
Merito delle risorse intangibili.
A questo punto è chiaro che il valore di questi asset deve essere espresso in qualche modo così da potersi trasformare in un indicatore di identità, affidabilità e successo.
Per farlo, un’azienda può scegliere di creare un report apposito, il cosiddetto “bilancio del capitale intellettuale”, o di approntare altra documentazione tecnica riferita alle analisi sul tema. Il primo vantaggio di questo tipo di iniziative è sicuramente riuscire a dare corpo a fattori che solitamente vengono percepiti come inconsistenti e difficili da afferrare. Disegnare il profilo del know how aziendale, del capitale relazionale globale, della reputazione e della leadership, infatti, permette di sagomare dati altrimenti “informi” così da poterli misurare e gestire in modo scientifico come avviene con qualsiasi altro elemento chiave incluso negli schemi strategico-finanziari dell’azienda.
Scoperchiare il forziere che contiene il capitale intellettuale di un’impresa significa visualizzarlo nella sua interezza e comprendere come metterlo a frutto nel modo migliore, massimizzando gli investimenti e comunicando all’esterno cos’è che differenzia un’azienda dai suoi competitor apparentemente sulla stessa linea.
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