GESTIONE STRESS NO PROBLEM – tecniche di stress management per te.

Ormai la gestione dello stress è diventato un argomento talmente comune che è come parlare del tempo: pioverà domani? Come ti senti oggi? Sei stressato? Le persone parlano e straparlano dello stress e di ciò che li rende nervosi, irritabili e stanchi. E ciò che li stanca solitamente è il lavoro. Ma non tanto per le otto o dieci ore che trascorrono lavorando (che sembrerebbero già abbastanza), ma per tutti quegli eventi che fanno da contorno e che sono poco gestibili. O mal gestiti! Sì, perché il punto è che qualcosa può essere stressante per Tizio ma non per Caio e viceversa. E allora cos’è che ci stressa? Gestione stress? Qual’è la causa?
GESTIONE STRESS AIUTO
Contenuti
Innanzi tutto lo stress nella sua accezione medica non si può evitare, non solo nel contesto lavorativo ma in qualsiasi occasione di vita. Selye nel 1936 coniò il termine stress intendendo
“qualsiasi risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”.
Appare chiaro, dunque, che tutto può stressare e che le cause stressanti possono solo essere definite soggettivamente da individuo a individuo e ciò che risulta stressante per l’uno può non esserlo per l’altro; ne deriva quindi che le risposte agli eventi stressanti sono prettamente individuali e dipendono dalla valutazione che la persona fa sia su un determinato evento sia sulla propria capacità di farvi fronte, il cosiddetto coping.
Ciò che non risulta individuale, ma che si può ascrivere ad un concetto generalizzabile, sono gli effetti dello stress: la medicina ci insegna che quando l’individuo è stressato avvengono in lui modificazioni fisiologiche a carico dei principali sistemi neurotrasmettitoriali e dell’asse ipotalamo-ipofisi-corticosurrene, cosicché si rileva un aumento di cortisolo (ormone che lo stesso Selye definì “ormone dello stress”) e la modifica di altri livelli ormonali che non staremo qui ad approfondire.
GESTIONE DELLO STRESS E TEMPO SOGGETTIVO
Assume poi particolare rilevanza il fattore tempo, e più specificamente il “tempo soggettivo”, in quanto il prolungarsi di eventi ritenuti stressanti, sommati alla valutazione personale della propria incapacità di farvi fronte nel tempo, può portare l’individuo a stati di disagio psico-fisiologico più o meno gravi.
Tutti i giorni, dunque, il nostro organismo è “attaccato” da eventi stressanti e tutti i giorni vi facciamo fronte in modo più o meno adeguato, ecco perché diventa importante porre l’accento sulla capacità di rafforzare e mettere in pratica le azioni che servono per far fronte allo stress.

Correlati allo stress, al fattore tempo e alla tipologia di personalità vi sono due diverse conseguenze che meritano attenzione: si tratta del burnout e del disturbo post-traumatico da stress. Il burnout è il processo nel quale il professionista precedentemente impegnato si disimpegna dal proprio lavoro, in risposta allo stress e alla tensione sperimentata.
Questa sindrome, detta anche «dell’esaurimento da lavoro», è la risposta ad uno stress emotivo cronico e persistente, caratterizzato da esaurimento fisico ed emotivo, tendenza a considerare le persone come oggetti, sensazione di perdita di significato del proprio operato e ridotta produttività.
Il disturbo post-traumatico da stress (PTDS) si manifesta, invece, negli individui in seguito al loro coinvolgimento in un evento terrificante e devastante, che può o meno riguardare la loro attività lavorativa.
I sintomi del PTDS possono non manifestarsi immediatamente ma avere una latenza anche di 4-6 settimane; il malessere collegato viene espresso principalmente attraverso flashbacks della scena vissuta, i quali riaffiorano alla memoria in maniera intensiva, spesso accompagnati da sintomi di evitamento e di iperattivazione.
Il burnout e il disturbo post-traumatico si distinguono per il contesto in cui è maturato il disturbo, per i fattori scatenanti, per il fatto che nel primo esistono delle fasi di manifestazione, mentre nel PTDS esiste un tempo di latenza della sua insorgenza e dei flashbacks.
Perché si parli di prevenzione è, dunque, essenziale partire da alcuni presupposti appena esplicati e così riassunti:
1) lo stress fa sì che si abbiano modificazioni temporanee dello stato psico-fisico degli individui, ma non degli aspetti della personalità;
2) è possibile circoscrivere alcuni eventi ritenuti stressanti e lavorare sulla percezione della persona colpita da distress (stress negativo);
3) la prevenzione, citata peraltro nel D.Lgs. 81/2008, che dispone le norme per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, può agire significativamente sulla gestione dello stress lavorativo, senza che si abbiano ricadute negative sul personale.
TECNICHE DI GESTIONE DELLO STRESS
Rilassamento muscolare progressivo- una tecnica di rilassamento attiva basata sull’alternanza contrazione/distensione dei muscoli.
Training autogeno- tecnica di rilassamento che unisce pensiero e cognizione di respiro e fisico
Yoga- in diverse accezioni
Mindfullness- che lavora con esercizi mirati sulla consapevolezza e la presenza
Respirazione consapevole- che pone la sua attenzione sul respiro come base del rilassamento.
Tali interventi, in Italia, si concretizzano soprattutto attraverso il coinvolgimento del lavoratore nei processi produttivi, l’informazione, la formazione, la consultazione e la valutazione dei rischi.
Tutte queste azioni possono migliorare realmente il clima organizzativo e l’ambiente di lavoro e dovrebbero essere sensibilizzate sempre più sia le Pubbliche Amministrazioni ed i Ministeri, sia tutte le aziende presenti sul territorio, al fine di intervenire con la prevenzione per il benessere degli individui, la loro performance lavorativa e l’innalzamento della loro qualità di vita.