L’Arte, da cui promana bellezza, ci trafigge fino alla meraviglia. E’ fatto implicito, lo abbiamo sperimentato chissà quante volte: dinanzi un quadro, avvinti dai movimenti di una sinfonia, persi nella tensione plastica di una scultura, trascinati nel pathos di recitazione o danza. Che cosa accade davvero? Perché dallo stupore, dal senso d’innalzamento che la bellezza induce, scaturisce talvolta il desiderio di votarsi a cose egregie ? L’Arte può davvero migliorarci, se non la considerassimo come una realtà a noi esterna con cui stabilire relazioni estatiche, di mero intrattenimento emotivo. Essa spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità, innesca un bisogno di superamento e, per questo andare andare oltre, ci rivela a noi stessi, intimamente, restituendoci verità altrimenti insondabili.
Interrogare la bellezza, il suo riverberarsi in noi, è sempre edificante. Ci aiuta a crescere in umanità, nei grandi viaggi come nelle vicende di tutti i giorni. Non si tratta di affinare la capacità di decorare il mondo, di estetizzarlo, ma di migliorarlo davvero.
OBIETTIVI
- Mettere in scena la Bellezza per risaltarne i significati, antichi e contemporanei, attraverso riflessioni prodotte in forma di spettacolo. Le riflessioni consentiranno di aprirsi a momenti d’introspezione. E’ un modo per comprendere l’arte e sé stessi, mediante le emozioni da essa stessa suscitate.
Si tratta di compiere un viaggio suggestivo, usando diversi linguaggi, lungo cui concedersi delle soste di autoconsapevolezza (guardarsi in profondità). - Considerare come l’arte possa davvero migliorare il mondo prendendo in esame concrete possibilità applicative nella vita di tutti i giorni.
L’arte è utile non solo per intrattenere e deliziare: essa promuove consapevolezza, suscita le nostre potenzialità, facilita l’apprendimento, ci sostiene nei perigli del cambiamento, apre l’animo, ci aiuta nelle scelte, coinvolge in un sol tempo mente e cuore.
MODALITÁ
- Il narratore-performer, attraverso lo storytelling (con modalità affabulatoria che ricorda il teatro «formativo» di Marco Paolini o di Alessandro Baricco), sviluppa una narrazione riflessiva sviscerando i significati di arte e bellezza che le stesse emozioni via via generano.
- La pianista sostiene la lettura dell’attrice, enfatizza alcuni passaggi del narratore, accompagna immagini e ballerina, secondo le indicazioni della regia.
SINOSSI
- Che cos’è la bellezza? Che cosa accade quando ammirando un quadro rimaniamo incantati? Esso, per ciò che rappresenta, non rinvia solo a se stesso ma rimanda ad altro, a un’ulteriorità di significato. Qui avviene l’incontro tra sensibile e sovrasensibile, purché, sacrificando la razionalità e l’autocontrollo si sappia inaugurare un viaggio avventuroso per l’anima. Ci si espone all’insolito per nuove conquiste, spaesati, ammirati.
- «Oltre.», è questo andare. Uno spettacolo che, attraverso la Bellezza, fondi stupore e riflessione. Tra i vari sconfinamenti ci si sentirà faccia a faccia con verità rivelatrici di noi stessi. Soprattutto avvertiremo il bisogno edificante di conciliazione e miglioramento.
- «Oltre.», integra tre situazioni ognuna legata a un viaggio dell’anima:
– del figlio che va alla ricerca del padre (Telemaco riabbraccia Ulisse),
– della donna che ritrova se stessa sotto la pergola di casa propria,
– di un esploratore che, per mille peregrinazioni e sfide, salva i propri uomini.
349/1467942 – Danilo
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