AUTOCONSAPEVOLEZZA e intelligenza emotiva
Autoconsapevolezza di cosa si tratta e perché è così preziosa per vivere meglio e realizzarsi pienamente?
In questo articolo affronteremo l’argomento per conoscere meglio questa risorsa e svilupparla attraverso
esercizi mirati.
Autoconsapevolezza: cosa significa?
Contenuti
Autoconsapevolezza (e quindi essere autoconsapevoli) significa essere coscienti di sé, del
proprio esistere e del proprio agire.
In senso più ampio, oggi con “autoconsapevolezza” intendiamo la capacità di vivere appieno la propria esistenza e comprendere fino in fondo anche quella degli altri riconoscendo gli stati d’animo che appartengono a noi e a chi ci circonda.
Se per qualcuno questa risorsa sembra essere innata, qualcun altro dovrà sforzarsi di acquisirla e allenarla
con pazienza, costanza e sincera volontà di evolvere come persona e come professionista.
Ma perché l’autoconsapevolezza è utile? “A che serve?”
Semplice: essere autoconsapevoli significa avere la capacità di guardare le cose dall’alto, cogliendo la
portata effettiva dei fenomeni osservandoli da una prospettiva più distante e ricettiva del solito.
Questo tipo di attenzione, o questa super-visione, naturalmente non va focalizzata esclusivamente sul
mondo esterno, anzi: l’autoconsapevolezza si rivela spesso tanto più utile quanto più riusciamo a
interiorizzarla e a utilizzarla per comprendere e gestire meglio le nostre credenze e i nostri pensieri,
soprattutto quelli negativi.
Vivere gli stati d’animo
Prova a pensare agli stati d’animo come a delle onde. Per affrontarle hai tre possibilità: puoi fuggire,
lasciarti travolgere o imparare a cavalcarle come fa un surfista.
A ogni stimolo corrisponde a una reazione: cosa accade quando, per esempio, ricevi una critica? Che
succede quando ti viene rivolto un complimento? Come rispondi a un rimprovero?
Ogni volta che ti poni queste domande e accetti la sfida di analizzare i tuoi stati d’animo e quelli degli altri
stai acquisendo una risorsa preziosissima: la consapevolezza del paesaggio emotivo che ti circonda e nel
quale ti muovi.
Partiamo dall’esempio più comune: la rabbia. Nel tuo caso, cosa la innesca? Quali sono le situazioni o le
parole che stuzzicano la tua collera e scatenano la tua ira? Quali sono le conseguenze? Vorresti evitarle?
C’è un unico modo: imparare a conoscere la tua rabbia (e quella degli altri) per comprendere meglio il
funzionamento degli stati d’animo e le reazioni che possono provocare.
Essere autoconsapevoli significa riuscire a rendersi conto che stiamo per essere travolti (in questo caso)
dalla rabbia, e quando diventiamo consapevoli di ciò che proviamo acquisiamo anche la capacità di
controllare le nostre reazioni. In questo caso, avere autoconsapevolezza equivale a sviluppare
autocontrollo (che, ricordiamolo, è qualcosa di molto diverso dalla repressione).
Il “conosci te stesso” di socratica memoria fa riferimento proprio a questa capacità, oggi conosciuta anche
come intelligenza emotiva, che si basa (anche) sull’autoconsapevolezza.
L’autoconsapevolezza emotiva ci aiuta a comprendere il modo in cui le nostre emozioni e i nostri stati
d’animo influenzano i nostri atteggiamenti, i nostri comportamenti e le scelte che prendiamo; mentre
l’autoregolazione emotiva ci consente di gestire gli stati d’animo per evitare di agire impulsivamente in
modi dei quali ci potremmo pentire.
Esercizi di consapevolezza
Esattamente come accade per maturare qualunque nuova capacità, dal ricamo alla pesca sportiva, per
diventare autoconsapevoli e maturare le nostre risorse emotive dobbiamo fare allenamento.
In questo caso, l’“addestramento” consiste in semplici esercizi che chiunque può mettere in pratica e
trasformare in abitudini vantaggiose.
Ne abbiamo raccolti otto, che puoi esplorare nell’ordine che preferisci:
- Abbraccia il “non fare niente”
Accetta che una giornata possa anche non essere piena di impegni. Reclama del tempo per te e
riservane una parte per non fare niente. Rilassati, annoiati, fantastica: fai ciò che vuoi purché ti
permetta di entrare e restare per un po’ in connessione con la tua interiorità. - Fai la conoscenza di uno stato d’animo
Inizia compiendo quest’esercizio in presenza di un’emozione che percepisci negativamente, come
ad esempio la rabbia o la paura. Concentrati su quello che provi: come ti senti? Cosa ha scatenato
la tua reazione? Come puoi tornare a sentirti bene? Come credi si sentano le altre persone
coinvolte? - Connettiti con il Qui e Ora
Trova il tuo hic et nunc ed esploralo fino agli angoli più remoti. Chiudi gli occhi, rilassa il corpo
(appoggia i piedi a terra se sei seduto o rilassa gli arti se ti trovi in posizione distesa), respira
profondamente e pensa che qualsiasi paura e qualsiasi preoccupazione sono al di fuori di te e non
possono possederti. - Connettiti con il tuo corpo
Per questo esercizio potresti impostare una sveglia o un memo in un orario inconsueto. Blocca per
un minuto la tua attività e concentrati sul tuo respiro, sulla tua postura, sul rilassamento di
eventuali muscoli contratti e sugli altri possibili segnali che il tuo corpo ti sta comunicando. - Escludi il sottofondo
TV a cena, suoneria del cellulare attiva, musica di accompagnamento o auricolare nell’orecchio
sono tutte pratiche che, pur non essendo di per sé negative, favoriscono la tua disconnessione dal
mondo che ti circonda. Ogni tanto rinuncia al brusio rassicurante del sottofondo e concentrati sui
suoni essenziali, ad esempio sulla voce degli altri. - Esperimento delle 5 cose
Questo esercizio torna particolarmente utile nelle situazioni di ansia o di forte stress, ed è
assolutamente versatile perché puoi metterlo in pratica in qualsiasi contesto. Dedica brevemente la
tua attenzione alle 5 cose che attirano per prime il tuo sguardo. Osservale, pensa a cosa servono,
nota eventuali dettagli. Ora fai la stessa cosa con 5 suoni: da dove vengono? Sono piacevoli o
fastidiosi? Ora concentrati su 5 sensazioni che stai vivendo, come ad esempio la luce negli occhi,
la pressione della schiena contro la sedia, un prurito… - Onora la banalità
Se qualcosa ti annoia o ti irrita, cerca di trovare almeno un lato positivo e aumenta le sfaccettature
della tua esperienza. Se sei in fila puoi guardarti intorno e cercare qualcosa di esteticamente
piacevole, oppure goderti la sensazione di indossare vestiti comodi; se stai facendo le pulizie puoi
concentrarti sull’appagamento che deriva dalla rimozione dello sporco e dalla capacità di far
brillare una superficie, e così via. - Tieni un diario
Attenzione: tenere un diario non significa per forza scrivere ogni sera pagine e pagine di resoconti
o memorie. Può bastare un blocchetto sul comodino (o una nota sullo smartphone) per annotare il
tuo stato d’animo e almeno cinque cose accadute durante la giornata. All’inizio potresti fare fatica,
ma questo esercizio allenerà la tua capacità di osservazione e consapevolezza. - David Goleman e l’intelligenza emotiva
Lo psicologo statunitense David Goleman ha dedicato molta della propria scrittura al tema
dell’intelligenza emotiva, di cui l’autoconsapevolezza rappresenta la “chiave di volta”.
Secondo Goleman, infatti, l’intelligenza emotiva è data dall’insieme di cinque caratteristiche precise: autoconsapevolezza,
gestione del sé, empatia, motivazione e abilità sociali.
Lo studioso ha condensato perfettamente il concetto nell’immagine che proponiamo di seguito:
“Nessuna creatura può volare con una sola ala. Il talento della leadership si verifica quando si incontrano
il cuore e la testa, il sentimento e il pensiero. Queste sono le due ali che consentono a un leader di andare
in alto”
L’autoconsapevolezza nasce da una riflessione profonda (mente) sulle proprie dinamiche emotive (cuore),
e rappresenta quindi uno straordinario punto di contatto tra le due ali citate da Goleman – una sorta di
preziosissimo timone.
Parimenti importante, l’intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le emozioni proprie e altrui.
Teorizzato nel 1990 dai professori Salovey e Mayer, nel 1997 il concetto viene espanso e presentato da Goleman nel libro Emotional Intelligence, che per primo porta in Italia il dibattito sull’intelligenza emotiva sia a livello psicologico che organizzativo.
Nello stesso anno i ricercatori Salovey e Sluyter forniranno una nuova, più ampia definizione: “l’intelligenza emotiva coinvolge l’abilità di percepire, valutare ed esprimere un’emozione; l’abilità di accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i pensieri; l’abilità di capire l’emozione e la conoscenza emotiva; l’abilità di regolare le emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale”.
Esercizi per migliorare l’intelligenza emotiva
Come abbiamo già fatto per l’autoconsapevolezza, di seguito forniamo alcuni spunti utili per aiutarti a
stimolare ed esercitare la tua intelligenza emotiva.
- Pratica la regolazione emotiva
Considera la gamma delle tue emozioni come un ventaglio bollente a un estremo e gelido all’altro:
la parte migliore è quella centrale, in cui calore e refrigerio si mescolano per trovare la
temperatura più mite e piacevole.
Nelle situazioni in cui le tue emozioni rischiano di rotolare giù per una china estrema (quella
dell’ansia, della paura, della rabbia o dello sconforto) fermati un attimo e imponiti di resistere alla
manipolazione. Per guadagnare lucidità può tornarti utile un piccolo esercizio di visualizzazione:
immagina una piccola casa accogliente e soltanto tua, un luogo privo di minacce e sgradevolezze
in cui puoi ricostruire il tuo equilibrio interiore. - Esercita l’empatia
Questo esercizio è quasi un gioco e consiste nel mettersi nei panni di un’altra persona. Può trattarsi
di un familiare, di un collega o di qualcuno che hai “incontrato” scrollando il tuo feed di Facebook
o guardando la TV. Pensa a ciò che sai di quella persona e immagina come ti sentiresti e cosa
faresti nella sua posizione. Questo esercizio renderà la tua empatia più agile ed elastica, e potrà
aiutarti anche a “digerire” meglio una persona che non trovi particolarmente piacevole – perché
probabilmente dopo aver vestito i suoi panni avrai anche compreso qualcosa in più sul motore dei
suoi atteggiamenti (magari proprio di quelli che ti danno fastidio). - Cerca di comunicare sempre meglio
Dai il giusto valore alle parole, al tono di voce e al linguaggio del corpo. Impara a padroneggiare
ogni aspetto della tua comunicazione in modo da rappresentare nel modo più fedele possibile ciò
che pensi, che senti e che vorresti trasmettere. Presta una maggiore attenzione anche al modo in
cui comunicano le persone intorno a te: per esempio puoi cercare di capire da dove vengono le
parole o i toni che ti indispettiscono, o trovare una risposta non verbale a una domanda
apparentemente senza responso.
Questi sono soltanto alcuni dei modi in cui puoi dedicarti alla tua crescita personale dedicando cura e attenzione alla tua autoconsapevolezza e alla tua intelligenza emotiva.
In questo percorso potrai trovare validi alleati nella meditazione come nella mindfulness (alla quale abbiamo dedicato un articolo che puoi leggere qui), e scoprirai che prestare più attenzione alle emozioni ti aprirà un mondo affacciato tanto sui lati più reconditi della tua interiorità quanto sugli aspetti più ingiustamente trascurati del quotidiano e dell’ambiente che ti circonda.