CAMBIARE LAVORO A 40 ANNI? Tutto quello che devi sapere prima di farlo, soprattutto con figli.
Cambiare lavoro, a 30 a 40 o a 50 anni, è una cosa che avviene sempre più frequentemente. Tantissime statistiche e molteplici ricerche confermano infatti la nostra crescente tendenza ad una vita lavorativa nomade. A 30 anni viviamo di slancio, slegati da fardelli e impegni economico-familiari; a 50 camminiamo sicuri sui passi della consapevolezza e dell’esperienza acquisita. Ma a 40? Come ci si sente a stravolgere tutto a 40 anni?
CAMBIARE LAVORO: le difficoltà della scelta
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Sempre più spesso il momento del “cambio lavoro” avviene proprio nella fase dei 40 anni, i numeri ci parlano di una tendenza prettamente, anche se non esclusivamente, femminile. Ciò è presto spiegato: è proprio intorno a quell’età che molte donne diventano madri.
Lasciare la strada vecchia per quella nuova, avventurarsi in un nuovo percorso, abbandonare le certezze per l’ignoto che sarà, tutto questo proprio quando si presume di diventare la roccia stabile di un piccolo esserino che viene al mondo: sembrerebbe un controsenso.
Eppure in molti, madri e padri, ‘fanno il salto’ in questa fascia centrale di età e in concomitanza con la fase della genitorialità, quando, finalmente, anche grazie ai figli, ci si inizia a muovere scegliendo la direzione di arrivo, piuttosto che semplicemente scappando da una destinazione di partenza.
VOGLIO CAMBIARE LAVORO: i segnali che ci portano ad attivarci
Ma cosa ci porta alla convinzione finale che sia arrivato il momento giusto per un cambio?
I segnali si possono racchiudere in tre aspetti:
- mancanza di motivazione intrinseca: quando cioè non riusciamo più a provare soddisfazione nel lavoro che si svolge tutti i giorni, quando nulla di quello che si fa ci coinvolge, ci entusiasma. Quando in sostanza non ci riconosciamo più nelle cose che facciamo;
- mancanza di motivazione estrinseca: ossia quando neanche le motivazioni esterne, come un aumento di stipendio o una posizione aziendale di rilievo, riescono a motivarci profondamente nell’azione lavorativa;
- sensazione di insoddisfazione generale e urgenza del cambio: è il segnale più forte, un senso di insoddisfazione che sconfina dalla sfera lavorativa per arrivare a coinvolgere anche l’ambito della vita privata familiare e sociale. A questo punto ‘cambiare aria’ ci sembrerà un bisogno così urgente da farci apparire intollerabile ogni giorno di attesa.
CAMBIO LAVORO Le difficoltà del dopo scelta
Ma pianificare un cambio di lavoro, e quindi di vita, non è mai una cosa da fare a cuor leggero: le difficoltà si potrebbero elencare in una lunga lista, se ci fermassimo a scandagliarle: innanzitutto trovare il coraggio, l’impeto o il ragionamento che possano muoverci all’azione; e soprattutto che possano surclassare la mole di preoccupazioni economiche, sociali e psicologiche che un ‘cambio vita’ porta inevitabilmente con sè.
Non solo, anche il ‘dopo scelta’, si presenta potenzialmente disseminato di momenti critici: da dove ripartire, come muoversi, come affermarsi?
CAMBIARE LAVORO COSA FARE: Possibili soluzioni
- Abbracciare la crisi vedendola per quella che realmente è, ovvero un’opportunità di indagare le motivazioni profonde che ci hanno spinti a mettere tutto in discussione, per capire alla fine in quale situazione lavorativa e di vita vorremmo ritrovarci una volta effettuato il cambio.
- L’autoconsapevolezza – ripartire dal sè: la cosa fondamentale è chiedersi allora quanto ci si conosce veramente. Recuperare i nostri valori, le nostre inclinazioni naturali e le fonti di ispirazione che sono le leve della motivazione. Senza un onesto quadro di questi aspetti sarà difficile fare un cambio lavoro soddisfacente. L’età e la nascita di un figlio aiutano molto in questo senso: diventare genitori significa diventare esempio indiscusso di un’altra persona, avendo di fronte 24 ore su 24 un ‘piccolo specchio’ dei propri comportamenti; quasi sempre tutto ciò significa essere spinti a migliorare e a dosare le energie rivedendo le priorità.
- Sviluppare al massimo le nostre inclinazioni naturali. Assecondare la natura individuando ciò ci riesce facile e poi scegliere di potenziare proprio quegli aspetti. Formarsi, aggiornarsi e approfondire nei settori giusti. Le capacità e le competenze si possono acquisire, ma l’inclinazione naturale verso alcuni ambiti ha una forza insuperabile, soprattutto se combinata alla conoscenza.
- Inserirsi in situazioni lavorative, avviare progetti, fare ricerca in ambienti che possano combaciare con la nostra vision. Conoscendo se stessi sarà più naturale avvicinarsi in nuovi contesti lavorativi che davvero rispecchiando la nostra natura, senza rischiare di essere attratti da situazioni che inizialmente ci appaiono molto accattivanti e che poi in poco tempo diventano il nostro nuovo “via da”.
CAMBIARE LAVORO COME FARE: azioni concrete
Come si traducono questi punti in azioni concrete? Come bisogna agire per realizzare un ‘cambio lavoro’, una volta che si ha chiaro il proprio obiettivo professionale?
- Fare un’analisi il più possibile obiettiva del proprio profilo professionale, individuando punti di forza e aree di miglioramento;
- Formarsi o aggiornarsi in alcuni ambiti professionali;
- Redigere un curriculum vitae ben fatto, completo ma non prolisso, che possa essere un ottimo biglietto da visita;
- Lavorare sui propri profili social, soprattutto professionali, per creare o rafforzare, in maniera ottimizzata al nostro obiettivo, un network efficace;
- Presenziare ad eventi di settore, creare una rete professionale di conoscenze anche off line;
- Fare una lista di aziende alle quali proporsi;
- Entrare in contatto, sempre facendo network, con figure professionali del mondo HR che possano introdurci ad alcune selezioni;
- Infine, condurre colloqui e trattative con l’onestà intellettuale che ci permetta di non ritrovarci nuovamente in una posizione non esattamente in linea con il nostro obiettivo iniziale.
Se siete più giovani o ex giovani non male l’orientamento al lavoro suggerito da dei professionisti dell’orientamento al lavoro che trovate in questo link.
VORREI CAMBIARE LAVORO? In conclusione.
Concludendo, cambiare lavoro a 40 anni con figli, si può e, in alcuni casi, si deve!
I figli ci aiutano nel processo di autoconoscenza e autoconsapevolezza, fanno luce sulla nostra natura, sui nostri valori e sulle nostre reali inclinazioni e priorità.
Conoscersi è sicuramente il punto di partenza migliore per “scegliere” una nuova vita lavorativa, che non ci stia stretta nel giro di poco tempo ma che possa combaciare con il nostro essere per lungo tempo, lasciandoci soddisfatti e realizzati.
Cambiare è possibile a tutte le età, secondo il fondatore di Alibaba esistono però delle traiettorie più adatte
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