L’ANALISI DEL FABBISOGNO FORMATIVO: il primo step per l’ottimizzazione dei risultati di business
L’analisi del fabbisogno formativo è un concetto che definisce un processo molto in voga, che molti avranno sentito nominare, alcuni lo avranno utilizzato, altri ne saranno stati oggetto. Se invece non lo avete mai incontrato o volete approfondirne la comprensione, eccovi serviti.
Di che cosa si tratta? Di uno strumento che si utilizza in ambito di formazione e gestione delle risorse umane. La sua natura è quella di un’attività di ricerca che, alla sua conclusione, permetta di avere una visione completa degli interventi formativi, siano essi individuali o di team, necessari da progettare ed attuare in ambito aziendale per colmare al meglio le lacune evidenziate dalla stessa; si tratta dunque di un processo di raccolta e valutazione dati con lo scopo di identificare le aree di intervento in tutti gli ambiti aziendali, incrociando a pattern i soggetti da formare con i contenuti della formazione.
La ricerca deve prendere in esame:
- obiettivi e necessità aziendali
- conoscenze e competenze di partenza
- metodi di formazione disponibili
- budget e costi
e, per essere davvero efficace, deve essere svolta in modo organizzato e sistematico, dando feedback esaustivi ma di facile lettura ed interpretazione.
A questo scopo esistono molte schede preimpostate che mirano ad indagare a livello individuale, di gruppo e di reparto, le conoscenze, le competenze e le motivazioni esistenti o da implementare. Tutte le griglie prevedono più o meno questionari scritti, colloqui individuali, assessment in gruppo e osservazione diretta del lavoro ma è fondamentale che queste attività, per dare risultati utilizzabili nella pratica, siano eseguite permettendo una facile comparazione dei dati raccolti.
Fin qui tutto lineare, ma se volessimo spingerci un po’ più in là e chiederci perché utilizzare questo strumento e soprattutto qual è il modo migliore di farlo nel contesto socio economico che stiamo vivendo? Se volessimo capire perché per le aziende l’utilizzo di questo strumento può davvero fare la differenza tra il resistere e prosperare e il soccombere e fallire?
Se volessimo fare questo salto in avanti scopriremmo che il fine ultimo dell’analisi dei fabbisogni formativi non è individuare e colmare le lacune migliorando i processi aziendali, o almeno non solo; questi task sono solo la punta dell’iceberg, sono la parte visibile e meccanica del processo. Andando più a fondo si potrà scorgere il semplice e pur geniale concetto che questo strumento cela ai più, o almeno a chi lo applica senza una buona dose di curiosità e di critica; comprenderlo potrà decisamente supportare la vostra visione aziendale e aiutarvi a raggiungere i vostri risultati di business.
Partiamo proprio dalle parole: analisi del fabbisogno formativo. Analisi, intesa, se vogliamo, addirittura in senso clinico, dunque meticolosa e dettagliata. Fabbisogno formativo, ovvero ciò di cui si necessita in ambito di formazione. In parole povere stiamo parlando di capire di che tipo di formazione si ha bisogno. Per fare cosa direte voi? Appunto. Per arrivare a giocare il match finale del torneo di Wimbledon bisogna iniziare con il prendere lezione di tennis ma per debuttare come primi ballerini alla Scala di Milano bisogna andare a scuola di danza classica. Ecco allora che arriviamo al punto illuminante: in ambito aziendale, come in tutti gli altri, la formazione non può essere scollegata dall’obiettivo desiderato; obiettivi diversi necessitano formazioni diverse.
Il processo da attuare dunque non dovrebbe mai partire dall’analisi dei fabbisogni formativi stessi, ma dalla ricerca ed individuazione degli obiettivi di business, solo dopo aver rintracciato questi ultimi in maniera chiara ed esaustiva ci si può chiedere efficacemente se le persone e i processi aziendali in essere siano sufficienti a raggiungerli o se si evidenzia invece la necessità di ampliare conoscenze e competenze in maniera finalizzata. Le fasi di tale processo passano attraverso quattro parole chiave.
#indagine<>: in maniera sistematica e scrupolosa vanno individuati gli obiettivi da raggiungere e correlati i risultati sperati alle competenze da sviluppare, definendo lacune e priorità.
progettazione: l’azione formativa va pianificata nei tempi e nelle modalità che di volta in volta possano ottimizzare il risultato atteso; quanto più sarà cucita sulla situazione specifica tanto più sarà efficace.
- #attuazione: bisogna dunque passare alla parte operativa di formazione e follow up, tenendo ben a mente le esigenze e il progetto che vi sono alle spalle ma soprattutto guardando avanti in direzione dell’obiettivo di business atteso dall’intervento formativo.
Sempre tenendo a mente che:
1. Ottimo vuol dire efficace
La formazione non può essere buona o cattiva, ma solo efficace o inefficace. Perciò quando si parla di un ottimo intervento formativo si intende una formazione aziendale che ha portato al raggiungimento degli obiettivi di business prefissati, dimostrando quindi, sullo spietato campo del mercato, la sua efficacia.
2. Scegliere la formazione per la propria azienda significa rimanere attuali
Il significato vero della formazione è l’evoluzione, il cambiamento e la crescita. Tutti aspetti da non sottovalutare se si desidera essere al passo con il proprio mercato di riferimento. Sappiamo bene quanto le leggi che lo muovono sono mutevoli, repentine e non avvezze alla staticità, ecco perché scegliere la formazione intesa come sviluppo è un’azione di business vincente.
3. Valutare i bisogni formativi è come centrare un obiettivo di vendita
Abbiamo definito l’analisi del fabbisogno formativo un processo sistematico di raccolta e valutazione dati, e stando così le cose si potrebbe pensare che si tratti di una fase astratta e puramente preliminare, in realtà è un’azione fortemente concreta, tanto quanto stringere un accordo commerciale o approvare una vendita. Decidere di indagare le lacune formative per compensarle è l’assist che permette di finalizzare i propri goals di business.
A conti fatti dunque, possiamo dare risposta alla domanda che ci siamo posti inizialmente: ecco la verità profonda celata dietro alle parole “analisi dei fabbisogni formativi”: abbiamo per le mani un lungimirante strumento che in prima battuta ci permetterà di analizzare, individuare e colmare lacune formative, ma che sul medio e lungo termine ci saprà indirizzare al raggiungimento dei nostri target aziendali; perché questo accada però l’accento va posto sul perché e sul come usarlo, saranno questi quesiti a fare la differenza, a permetterci di utilizzarlo non perché “bisogna” farlo, ma perché ci sarà utile, in quanto il suo fine ultimo è quello di adattare costantemente (se utilizzato più volte nel corso del tempo) la performance aziendale agli obiettivi strategici di business; uno strumento che se utilizzato nella maniera più efficace può fare davvero la differenza, dare lo slancio e la flessibilità necessaria ad ogni azienda per evolversi così restando sul mercato a lungo, mutando con esso, senza rincorrere il cambiamento ma essendone parte.
Siete curiosi di mettere alla prova da subito quanto letto e capire nel dettaglio come si struttura un’analisi dei bisogni formativi? Quando e da chi va condotta? Come se ne valuta l’efficacia nel tempo? Le risposte potete trovare semplicemente chiamandoci!