Creatività e pensiero creativo: come coltivare una nuova idea
Se la creatività è una dote, il pensiero creativo è l’arte di impiegare questo talento per realizzare qualcosa di nuovo. In un’epoca talmente mutevole e sfuggente da essere diventata liquida, la capacità di plasmare un’idea in qualcosa di originale è diventata un’abilità essenziale non solo per sfidare il mercato ma anche per risolvere i piccoli e grandi dilemmi di tutti i giorni.
Per esplorare la misteriosa miniera della creatività è bene iniziare a scendere dal più piccolo dei gradini: cosa significa “pensiero creativo”?
Pensiero creativo: una (quasi) definizione
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Se provi a cercare “pensiero creativo” come unico lemma del dizionario, ti accorgerai abbastanza in fretta del fatto che questa voce lessicale non esiste. Treccani inserisce l’espressione alla voce “pensiero”, mentre molte altre risorse online (come Garzanti o Olivetti) non la considerano affatto.
La definizione più calzante viene data inaspettatamente dal “Dizionario della salute” a cura del Corriere della Sera, che alla voce “creatività” definisce il pensiero creativo come il “risultato di un complesso processo alla cui attivazione concorrono diversi fattori”. Gli elementi costituenti individuati sono la sensibilità (relazionale e di apprendimento), la scioltezza intesa come capacità di produrre rapidamente un buon numero di idee; e in ultimo la flessibilità, ovvero la capacità di pensare al di fuori di schemi rigidi precedentemente appresi.
Se accettiamo la definizione di “creatività” come la capacità di produrre qualcosa grazie all’intelletto e alla fantasia, allora possiamo abbracciare una descrizione del pensiero creativo come l’abilità di applicare la creatività alle operazioni che compiamo per formare i nostri contenuti mentali.
“Che faccia ha la creatività?”
Se fermassimo un passante qualunque per porgli questo quesito, probabilmente otterremmo risposte piuttosto omogenee (oltre che un numero non trascurabile di strane occhiate e qualche improperio).
Quando pensiamo ai grandi creativi della storia ci vengono subito in mente personalità come Mozart, Michelangelo o Walt Disney, e solo in un secondo momento nomi come Nikola Tesla, Benjamin Franklin o Edward Jenner.
Eppure, sarebbe folle pensare che il trasmettitore di amplificazione, il parafulmine (e le lenti bifocali) o il vaccino contro il vaiolo siano invenzioni nate da qualcosa di diverso da una mente capace di grande pensiero creativo.
Insomma: se quando pensiamo alla creatività vogliamo dargli il volto di Caravaggio, come minimo dovremmo attribuirgli il corpo di Marie Curie – anche solo per ottenere una figura nuova (frutto, pensa un po’, del pensiero creativo).
Questo è il primo schema da rompere se vogliamo comprendere davvero l’ampiezza del fenomeno che stiamo indagando.
Come emerge il pensiero creativo
In perfetta coerenza con il suo spirito, il pensiero creativo prende forma nelle imprese più diverse: può trattarsi di una fantasticheria, dell’unione di elementi esistenti per creare qualcosa di nuovo o della scoperta di qualcosa di sconosciuto.
Dalle discussioni immaginarie in cui trionfiamo mentre facciamo la doccia all’idea di fabbricare un oggetto che permetta di cuocere un hamburger grazie al calore prodotto dal tubo di scappamento della tua auto (>esiste davvero), il pensiero creativo può viaggiare in mille direzioni. Ovviamente, non tutte conducono verso mete significative.
Ecco, quindi, la sfida: imparare come seguire e guidare la nostra elasticità mentale per ottenere risultati vantaggiosi per noi e per gli altri.
Pensa al tuo pensiero creativo come a un cane da tartufi: per trovare quello che ti interessa devi seguire il suo fiuto, ma sta a te far sì che non rincorra farfalle (e, ovviamente, scegliere il luogo in cui liberarlo, iniziando col preferire un bosco a una spiaggia sabbiosa).
Come stimolare il pensiero creativo
Ok, a questo punto abbiamo capito cos’è il pensiero creativo e come possiamo impiegarlo: è il momento di qualche istruzione pratica.
La prima cosa da tenere a mente se vogliamo coltivare la nostra curiosità è capire dove e quando seminarla, un po’ come faremmo con una piantina: preferisce un luogo ombreggiato o il pieno sole? Vuole essere innaffiata abbondantemente o poco, e solo di tanto in tanto?
Un buon punto di partenza è sapere dove il pensiero creativo emerge con più difficoltà. La risposta è semplice: se dobbiamo togliere le briglie all’immaginazione e scardinare gli schemi di pensiero abituali non possiamo pensare di farlo in una situazione di routine.
Esatto: se sei in cerca di una Grande Idea, difficilmente ti verrà mentre fissi un foglio bianco (o un documento vuoto) mentre siedi sulla solita sedia alla solita scrivania nella solita posizione.
Per coltivare la tua creatività hai bisogno di cambiare le carte in tavola. Un’ottima idea è quella di uscire per una passeggiata “consapevole” (le commissioni non valgono!), ma anche di coinvolgere qualcuno (magari un collega) per giocare a qualcosa che stimoli la nostra fantasia, come un gioco di ruolo o da tavolo (vedi Dixit)o le Storie Gialle
Hai appena finito di vedere un film o una serie, oppure di leggere un libro? Bene: ora immagina cinque finali diversi.
Corri al fianco della tua fantasia. C’è un’unica regola: nessun giudizio. Cosa significa? Semplice: “non esistono idee stupide” ma soltanto applicazioni stupide di un’idea. Prendi un oggetto a caso e prova a elencarne almeno dieci possibili utilizzi – io ho scelto una cannuccia. Con una cannuccia posso: bere, fare bolle nell’acqua, respirare mettendo la faccia sotto il pelo dell’acqua, mettere sottovuoto il contenuto di un sacchetto, fare piccoli buchi su qualcosa di morbido, disegnare o scrivere (dopo averla intinta in qualcosa), improvvisare un legaccio, realizzare il comignolo di una casetta per bambole, realizzare le grondaie della stessa casetta, tentare una tracheotomia d’urgenza.
Come noterai, la mia parabola si è fatta sempre più surreale a mano a mano che lasciavo dietro di me le spoglie della routine e accettavo di immaginare scenari diversi e lontani dalla (mia) quotidianità.
E se uno come Einstein ha detto che “la creatività è intelligenza che si diverte”, chi siamo noi per dare della stupida a una fantasia?
Bando alle domande retoriche: pensaci davvero su. Tu chi potresti essere?
Puoi iniziare da qui.