IL LAVORO IDEALE: da dove cominciare quando non sai cosa fare?
“Che cosa vuoi fare da grande?”
La domanda più innocente al mondo, può diventare uno scoglio insormontabile nella vita adulta: sogni, talenti e voglia di imparare sono cruciali elementi del nostro potenziale che si intrecciano nella definizione (per ognuno personalizzata) del lavoro ideale. Ma non sempre individuare ciò che fa per noi è un percorso semplice: se stai leggendo, è perché hai bisogno di una guida, quindi vediamo insieme da dove cominciare per cercare il lavoro ideale.
“L’uomo è arrivato quando fa per mestiere quel che farebbe gratis”
– George Bernard Shaw
Ma che cosa è il lavoro ideale?
Contenuti
L’etimologia della parola lavoro ha attraversato culture e religioni, facendo evolvere il significato in base alla società di riferimento. Le sue origini le ritroviamo nella radice sanscrita labh- che significa orientare la volontà e ancora intraprendere e ottenere, indicando così un’attività volta ad ottenere i risultati che una persona si prefigge di raggiungere. A questa parola si è anche associata la fatica, la scarsa agiatezza e, in generale, ciò che crea uno scarto tra ricchi e tra i poveri, ma è riduttivo costringere il concetto di lavoro in qualcosa che comporta solo uno sforzo fisico e mentale.
Il lavoro, va da sé, forma una componente importante nella vita di ogni individuo, non solo perché è legato ad una molteplicità di aspetti relativi alla vita quotidiana, come la sussistenza primaria e il mantenimento di certe condizioni di vita, ma anche perché il lavoro può dire molto sulla nostra storia, ci forma su livelli interpersonali e ci aiuta a capire di che pasta siamo fatti.
Secondo il sociologo tedesco Erich Fromm, nella sua opera “I cosiddetti sani” del 1996, il lavoro è il grande emancipatore dell’uomo. Cercare una carriera è un po’ come separarsi dallo stato iniziale in cui ci si trova e diventare creatore di una nuova natura. Secondo Fromm la storia dell’umanità inizia solo nel momento in cui l’uomo comincia a lavorare, poiché è solo allora che egli si separa dall’originaria unità con la natura, sviluppando facoltà intellettuali e tecniche, cominciando ad esercitare il proprio potere sulla natura.
L’evoluzione umana deve considerarsi fondata sul lavoro, in quanto forza liberatrice, emancipatrice, di incentivo allo sviluppo. Il lavoro, quindi, non è solo uno strumento atto a ottenere uno stipendio da usufruire, ma diventa ideale quando lavorare ci fa sentire parte integrante della società, conferisce valore alle nostre capacità e riempie di significato la vita.
Un lavoro ideale (perché non ne esiste uno solo) è quella occupazione che permette alla persona di avere considerazione di sé e induce a mettere in atto dei comportamenti responsabili, misurati, equilibrati. È ciò che ci rende sereni e appagati, anche quando la facilità della professione non è contemplata.
“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, amare il proprio lavoro…costituisce la migliore approssimazione concreta della felicità sulla terra”.
– Primo Levi, Chiave a Stella (1978)
Come capire qual è il mio lavoro ideale?
“Okay, devo scegliere un lavoro ideale per me. Ma cosa fa per me? E se sbagliassi scelta?”
Innanzitutto, un bel respiro: ognuno di noi si muove in un mondo variopinto e nel corso delle nostre vite veniamo a contatto con persone ed esperienze che formano in maniera significativa il nostro io. Il lavoro ideale per te potrebbe essere un incubo per qualcun altro e ciò che per te ora consiste nel lavoro dei tuoi sogni, potrebbe non esserlo più in futuro. Oppure potrebbe non cambiare mai!
Insomma, la ricerca del lavoro ideale si trasforma di persona in persona, ma possiamo tracciare due metodi costanti che servono per individuare il proprio lavoro ideale:
- La conoscenza di se stessi
- La conoscenza del mercato del lavoro
Questi sono due step fondamentali da esplorare per immergersi nella scoperta di cosa volere e cosa donare nei confronti del mondo del lavoro. Essi costituiscono un binomio che sempre si incrocia: noi e gli altri.
Vediamo insieme questi passaggi per scegliere il lavoro giusto.
Come conoscere se stessi per trovare il lavoro giusto?
Abbiamo visto come il lavoro ci permette di diventare chi siamo e contribuisce a migliorare la nostra vita, ma è altrettanto vero che non tutte le attività fanno al caso nostro e, dunque, prima di inserirci in una carriera professionale, dobbiamo scegliere con consapevolezza cosa fa per noi.
Conoscere se stessi è la chiave di tutto: competenze, ambizioni, talenti ed esperienze sono importanti per definire cosa può diventare un lavoro remunerativo. Quando il lavoro che svolgiamo ci piace (il che accade molto più frequentemente di quanto non si pensi) esso diventa anche una delle componenti più importanti della nostra felicità.
Questo passaggio, apparentemente banale, ha bisogno di alcune accortezze per ascoltare se stessi al meglio, qui di seguito dimostrate in 3 steps:
- capire in che cosa si è bravi, seguire le proprie attitudini e valutare le proprie idee esperienze;
- capire i propri limiti, essere consapevoli di cosa non si sa fare e considerare di aggiornare la propria formazione;
- capire quali sono i propri obiettivi nella vita e di individuare una possibile carriera affine al raggiungimento di tali obiettivi.
È necessario ricordarsi che nella ricerca di sé non esistono passi falsi: si può fare tesoro anche dell’errore. Dunque non bisogna essere troppo duri con se stessi, ma serve accettare le eventuali critiche costruttive e andare avanti.
Il nostro livello di work life balance desiderato cambia modificandosi le nostre prospettive di vita, un cambio di lavoro a 40 anni potrebbe avere senso se le nostre priorità cambiano.
Ti potrebbe essere utile metterti nei panni del selezionatore e riflettere sul suo punto di vista nella ricerca di candidati ideali.
Se si hanno difficoltà dell’intraprendere questo percorso di consapevolezza, uno strumento molto utile per investigare l’idea che si ha di se stessi è la mappa mentale.
Le mappe mentali sono delle rappresentazioni grafiche del pensiero che stimolano memoria e apprendimento: esse sono molto utili in quanto ci aiutano a visualizzare concetti complessi (e multisfaccettati proprio come tutte le persone) in modo creativo, personale e – perché no? – divertente!
– Mappa Mentale delle Mappe Mentali, Elena Brugnerotto (2020)
Una mappa mentale si compone di alcuni elementi che le contraddistinguono, tra i quali troviamo tantissime parole chiave, legate tra loro da rami curvi e impreziosite da colori, immagini e doodles.
Può essere fatta a mano o con un supporto digitale e, inoltre, la mappa si irradia spesso verso l’esterno in punti distinti, sottolineando come da un punto di partenza si possa arrivare a molte altre nozioni ben diverse tra loro.
Le mappe mentali nascono con lo scopo di rielaborare informazioni e trovare ispirazione dopo ispirazione: rispetto al tradizionale “blocchetto di appunti” e alla sua scrittura verticale, la caratteristica espansione orizzontale della mappa imita, in una maniera o nell’altra, il funzionamento delle sinapsi del nostro cervello.
In questo modo, la parte analitica (quella sinistra del nostro sistema nervoso) e la parte più artistica (quella destra) lavorano in simbiosi per assimilare nuove idee, concetti e storie.
Oltremeta ha un corso dedicato appositamente alle mappe mentali. Scoprilo qui.
La logica e le emozioni collaborano per sviluppare un concetto intricato e dai molteplici risvolti. Una volta che la tua penna ha definito la tua mappa mentale, ti accorgerai presto che nello schema non c’è uno step by step da seguire, ma più punti di vista e più posizioni che fanno tutti parte di un’idea pluridimensionale.
Scoprire se stessi è un po’ come avere a che fare con tanti elementi diversi tra loro e che in qualche modo coesistono. La mappa mentale non dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, anzi! Uno schema del genere spinge a provare tutto ciò che presenta e non sottolinea la priorità di una caratteristica su un altra.
Tutto ha la propria importanza: nel cercare se stessi prima e nel trovare il lavoro ideale poi, niente deve essere lasciato indietro e ogni cosa deve essere presa in considerazione. Ne vuoi sapere ancora di più?
Allora clicca su questo video, dove una esperta di Oltremeta spiega brevemente le maggiori funzionalità delle mappe mentali.
Come conoscere il mercato per scegliere il lavoro ideale?
“Sono bravo a fare questa cosa, ma come posso renderlo un lavoro? Ciò che mi caratterizza può essere utile per gli altri?”
Ora che abbiamo compreso chi siamo, è ora di comprendere il dove siamo, ovvero il luogo in cui prende piede la quotidianità e – soprattutto – dove far partire il nostro lavoro.
Il mercato del lavoro odierno è estremamente competitivo e complesso, in cui le opportunità lavorative sono minori rispetto alle migliaia di persone in cerca di un’occupazione. La frenesia di ogni ambiente lavorativo induce tutti ad accrescere le nostre skill, ossia tutte quelle competenze legate al saper fare.
Siamo in un periodo di trasformazione, di deindustrializzazione, nel quale il declino del lavoro operaio nelle grandi fabbriche e l’arrivo dei content creator sta modificando la nostra cultura del lavoro.
E non solo: la nascita di occupazioni atipiche sta portando anche nuovi bisogni, dunque nuove domande di soddisfacimento di quei bisogni e, di conseguenza, altre nuove offerte di lavoro. Sta perdendo di valore anche il lavoro fisso e prendono piede attività meno stabili e spesso precarie, quasi sempre meno subordinate rispetto all’impiego industriale.
I liberi professionisti sono aumentati e le start up crescono come funghi: insomma, il mercato del lavoro è pieno di sorprese, contraddizioni e differenze in base al paese (e mercato del lavoro) in cui ci si trova. Una volta che abbiamo scoperto cosa vogliamo fare nella vita, è necessario valutare se ciò combacia con l’offerta del mercato.
La ricerca del lavoro ideale, in fondo, si trova proprio in questa fase: esso è il risultato di un compromesso e consiste in una via di mezzo tra ciò che si desidera da una potenziale professione e ciò che si può offrire come servizio in quanto individuo.
Aver conoscenza del mercato, vuol dire rintracciare il settore di azione dove si inserisce una professione: per esempio, se volessi fare l’hairstylist allora devo conoscere per bene l’industria del beauty, quanti saloni di bellezza ci sono nelle mie vicinanze e decidere se mettersi in proprio o lavorare per dei parrucchieri già ben inseriti nel settore.
Per conoscere il mercato, abbiamo bisogno anche di scovare un target di riferimento con le sue necessità e i suoi gusti.
Il termine inglese target può essere tradotto in italiano come “bersaglio” e viene largamente utilizzato in ambito professionale principalmente per riferirsi a gruppi di consumatori che sono i potenziali destinatari di un messaggio che viene sviluppato per rispondere alle caratteristiche di quel pubblico specifico.
Nel caso della ricerca del lavoro ideale, il target è da tenere in mente proprio per capire se “ciò che vogliamo fare da grandi” può sposarsi bene con ciò che viene richiesto sia dalle aziende, sia dai singoli clienti.
Le domande giuste da farsi sono proprio queste: “Cosa posso offrire di utile al mondo? E come posso far capire che quello che offro sono risorse preziose?” Sempre nel caso dell’hairstylist, devo indagare su chi potrebbe divenire mio cliente, capire se specializzarmi per una nicchia o se trattare tutti i tipi di capello. È utile anche rintracciare le abitudini dei clienti per, eventualmente, assecondarle.
O, ancora, si può instaurare un nuovo bisogno nel consumatore offrendo un servizio mai visto prima. Tutti questi elementi servono per entrare nella logica del fare (in questo caso, del fare una nuova carriera), cercando di anticipare ciò che sta accadendo e quel che potrebbe accadere, così da poter agire di conseguenza con prontezza ed efficienza.
Quando stai cercando di trovare il tuo lavoro ideale, il tuo punto di forza è essere coscienti di che cosa hanno bisogno le persone attorno a te e, in particolare, di individuare una falla nei bisogni rimasti senza risposta. In altre parole, se c’è un servizio che manca e delle richieste che non sono state appagate, quello è proprio un settore da poter colmare.
Un lavoro in quell’ambito potrebbe avere risvolti socio-economici anche per chi usufruisce della prestazione, ma potrebbe anche colmare il lavoratore che ha trovato un proprio scopo nella vita.
In conclusione, conoscere il mercato di riferimento ci consente di posizionarsi in maniera corretta ed è estremamente utile redigere una sorta di analisi di mercato in grado di fare luce sullo stato attuale di opportunità e rischi delle proprie aspirazioni, affinché si possa guardare attorno a sé prima di scegliere il proprio lavoro ideale.
Dunque, è ora di andare alla ricerca di più informazioni possibili: Linkedin è il tuo migliore amico, i gruppi su Facebook con le recensioni di attività lavorative sono il tuo pane quotidiano. YouTube e i content creator sono la tua finestra sul mondo e le piattaforme social ti danno la possibilità di seguire chi “il lavoro ideale” lo ha già trovato.
Insomma, proprio come farebbe un analysts esperto di marketing, bisogna cercare tutte le informazioni possibili, quasi a voler fare un piano d’azione su se stessi e per poter scommettere sulla scelta giusta tra i possibili lavori ideali.
Cosa puoi fare dopo aver individuato il lavoro ideale?
Concluso il percorso su come trovare il lavoro giusto, non manca altro che finalizzare qualche tattica per poterlo conseguire. Sono sei i consigli più gettonati che di seguito elenchiamo, così da concludere al più presto tale ricerca.
- Coltivare le proprie competenze con passione: mantenere viva quella fiamma che appaga attraverso il lavoro è la cosa più bella in assoluto. Il lavoro ideale ha alla base proprio questo, ovvero essere felici della propria professione;
- Avere fiducia in se stessi: anche nei periodi più bui, credere nelle proprie capacità è importante affinché anche gli altri possano sceglierti. Il lavoro diviene ideale (e divertente) quando si confida in se stessi nello svolgere un ottimo lavoro;
- Saper comunicare per sapersi vendere: a volte, il tuo lavoro ideale deve essere ben comunicato. Se vuoi ottenere un determinato ruolo o hai bisogno di presentare al pubblico i servizi che offri, probabilmente i tuoi profili social hanno bisogno di un
restyling. Imparare a presentarsi in maniera appropriata a 360° è un ottimo inizio. - Sviluppare resilienza e flessibilità verso il cambiamento: lo abbiamo già detto, non esiste un solo lavoro ideale. Questo può cambiare in base al periodo della nostra vita e ai mutamenti che ne conseguono. Ma anche il mercato del lavoro mita e quello che prima sembrava una professione da sogno, è ora faticoso e poco efficiente. Per questi motivi, occorre essere flessibili e non lasciarsi travolgere dalle avversità, anche quando queste sembrano insormontabili;
- Aggiornarsi sempre: la formazione è una costante nella vita di ognuno di noi, perché non si smette mai di imparare. Il lavoro ideale deve essere anche aggiornato per fa sì che mantenga lo status di “ideale”, quindi bisogna essere aperti sempre allo studio di nuove cose, anche delle più improbabili;
- Non strafare: ultimo ma non meno importante è il rispetto dei propri tempi. Va bene spingersi e intraprendere sfide, ma il lavoro è ideale soprattutto quando non sacrifica altri aspetti della vita. Quindi valuta per bene le tue pause, coltiva i tuoi hobby al di fuori del lavoro, cura i tuoi rapporti interpersonali e…buon riposo!
Attenzione, inoltre, anche a ciò che pubblichiamo e ai tag degli amici. Sappi che oltre il 40% dei datori di lavoro controlla il profilo Facebook del candidato in fase di screening dei Curriculum Vitae e i potenziali clienti cercano sempre i professionisti online prima di contattarli;
Per ultimare questa piccola guida, possiamo affermare che il lavoro ideale non si smette mai di cercarlo (o di potenziare): non tanto perché potrebbe esserci sempre spazio per fare un upgrade, ma più in generale perché gli standard e gli scopi della società e quelli personali sono in continua alterazione.
Ciò che per te è ideale potrebbe mutare nel tempo e il mercato del lavoro è spesso sottoposto all’arrivo di novità.
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Oppure puoi anche valutare l’opportunità di farti seguire da un professionista in un percorso di career coaching che ti affiancherà nello svolgimento di queste importanti riflessioni.